LA CENTRALE RISCHI: cos’è e qual è la sua funzione

La centrale rischi è un’entità specializzata nel settore finanziario che svolge un ruolo cruciale nel monitoraggio e nella gestione del rischio creditizio. Si tratta di un sistema di informazioni che raccoglie, elabora e archivia dati finanziari e creditizi riguardanti i consumatori e le imprese.

Funzione Principale

La principale funzione della centrale rischi è quella di fornire informazioni alle istituzioni finanziarie, come banche, società di finanziamento e istituti di credito, al fine di valutare la solvibilità dei soggetti richiedenti un prestito o un finanziamento. Questo processo aiuta le istituzioni finanziarie a prendere decisioni informate riguardo all’approvazione o al rifiuto di una richiesta di credito e a determinare le condizioni finanziarie, come tassi di interesse e limiti di credito.

Tipi di Informazioni

Le informazioni raccolte e gestite dalla centrale rischi includono dati riguardanti i prestiti in corso, i pagamenti passati, eventuali ritardi nei pagamenti o insolvenze, oltre a informazioni personali e finanziarie dei soggetti, come reddito, lavoro e storia creditizia.

Benefici per i Consumatori

Sebbene la centrale rischi sia stata tradizionalmente associata alla valutazione dei rischi da parte delle istituzioni finanziarie, fornisce anche benefici ai consumatori. Ad esempio, attraverso l’accesso alle proprie informazioni creditizie, i consumatori possono monitorare la propria situazione finanziaria, identificare eventuali errori o discrepanze nei loro report di credito e prendere misure correttive per migliorare la propria solvibilità creditizia.

In conclusione, la centrale rischi svolge un ruolo fondamentale nel sistema finanziario, facilitando il processo di valutazione del rischio creditizio e contribuendo a mantenere la stabilità e l’affidabilità del mercato creditizio. Tuttavia, è importante che i consumatori comprendano il funzionamento di questo sistema e siano consapevoli dei propri diritti in materia di privacy e protezione dei dati finanziari, cruciale nel monitoraggio e nella gestione del rischio creditizio.

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L’ASPETTO FINANZIARIO DELLE IMPRESE

Focus sull’adeguatezza degli Assetti Organizzativi

Nel contesto dell’organizzazione aziendale, un aspetto cruciale è l’adeguata gestione finanziaria. Le imprese devono stabilire e mantenere assetti organizzativi solidi che garantiscano una gestione finanziaria efficace e sostenibile. Questo articolo esplora l’importanza dell’aspetto finanziario negli assetti organizzativi delle imprese e le pratiche chiave per garantire il successo finanziario.

Ruolo dell’Aspetto Finanziario negli Assetti Organizzativi:

  1. Sostenibilità Economica: Gli assetti organizzativi devono essere progettati per garantire la sostenibilità economica dell’impresa nel lungo termine. Ciò implica una gestione oculata delle risorse finanziarie per assicurare la redditività e la crescita.
  2. Adeguatezza delle Risorse Finanziarie: Le imprese devono assicurarsi di avere risorse finanziarie adeguate per sostenere le loro attività operative, investire in nuove opportunità e affrontare eventuali sfide finanziarie.
  3. Controllo dei Costi: Un aspetto fondamentale della gestione finanziaria è il controllo dei costi. Gli assetti organizzativi devono includere procedure e politiche volte a monitorare e ottimizzare i costi operativi, garantendo l’efficienza e la riduzione degli sprechi.

Pratiche Chiave per un Aspetto Finanziario Solido:

  1. Budgeting e Forecasting: La pianificazione finanziaria è essenziale per una gestione finanziaria efficace. Le imprese devono creare budget dettagliati e previsioni finanziarie realistiche per guidare le decisioni operative e gli investimenti.
  2. Gestione del Capitale Circolante: La gestione efficiente del capitale circolante è cruciale per mantenere un equilibrio tra attività correnti e passività correnti, garantendo liquidità sufficiente per le operazioni quotidiane.
  3. Strategie di Finanziamento: Le imprese devono valutare attentamente le opzioni di finanziamento disponibili e scegliere quelle più adatte alle proprie esigenze e alla loro situazione finanziaria. Queste possono includere finanziamenti bancari, equity, o altre forme di finanziamento esterno.
  4. Analisi dei Rischi Finanziari: È essenziale condurre un’analisi approfondita dei rischi finanziari e sviluppare strategie di mitigazione per proteggere l’impresa da potenziali perdite finanziarie.
  5. Monitoraggio e Reporting: Gli assetti organizzativi devono includere sistemi robusti per il monitoraggio delle prestazioni finanziarie e la generazione di report accurati. Questi strumenti consentono alla direzione di valutare le prestazioni finanziarie e apportare eventuali correzioni di rotta quando necessario.

Conclusioni:

In conclusione, l’aspetto finanziario riveste un ruolo critico negli assetti organizzativi delle imprese. Una gestione finanziaria efficace e sostenibile è fondamentale per garantire la crescita e la prosperità dell’impresa nel lungo termine. Investire nella pianificazione finanziaria, nel controllo dei costi e nella gestione prudente delle risorse finanziarie può aiutare le imprese a mantenere un vantaggio competitivo e adattarsi alle sfide del mercato in continua evoluzione.

PMI E SOSTENIBILITÀ

STRATEGIE SOSTENIBILI PER LA SCELTA DELLE FONTI DI FINANZIAMENTO.
In un contesto in cui la sostenibilità assume un’importanza sempre maggiore, le PMI possono beneficiare di nuove e specifiche fonti di finanziamento per sviluppare il proprio business, creando valore non solo per il proprio ambito aziendale, ma anche per la società nel suo complesso, con un impegno specifico verso la sostenibilità economica, sociale e ambientale.


Affinché ciò diventi realtà, è essenziale che gli imprenditori adottino un approccio strategico, riflettendo su come le sfide emergenti possano influenzare o migliorare il modello di business aziendale.
È cruciale anche comprendere appieno la propria situazione finanziaria, analizzare in dettaglio il quadro normativo di riferimento e familiarizzare con gli strumenti offerti dagli Istituti di Credito sul mercato.
Questo processo può essere complesso, specialmente per le PMI che potrebbero non avere le risorse o le competenze necessarie per condurre tali analisi. In queste situazioni, gioca un ruolo fondamentale sia la Banca, operando come partner finanziario, sia il Consulente Aziendale specializzato in Finanza d’Impresa, che offre assistenza e supporto all’imprenditore nelle sue decisioni e valutazioni.


Nella valutazione delle richieste di finanziamento aziendale, le Banche e i Consulenti devono prendere in considerazione vari elementi che vanno oltre la semplice analisi del bilancio aziendale.
È importante sottolineare che il merito creditizio non dipende esclusivamente dalle condizioni finanziarie dell’impresa. Sebbene i dati finanziari siano importanti per valutare l’affidabilità di un soggetto richiedente, l’analisi del credito include anche la finalità del finanziamento e il tipo di strumento finanziario prescelto dall’azienda.


In linea generale, i criteri utilizzati per valutare il merito creditizio di una PMI comprendono una serie di indicatori che valutano il rischio di insolvenza dell’azienda in relazione alla specifica richiesta di finanziamento presentata. È su questa base che le Banche, in prima istanza, determinano la fattibilità dell’operazione rispettando i criteri interni di gestione del rischio e, successivamente, stabiliscono le condizioni finanziarie applicabili al finanziamento.


Nel caso degli investimenti legati alla sostenibilità, l’analisi richiede ulteriori livelli di valutazione. Alcuni anni fa, era sufficiente avere un’idea imprenditoriale valida da presentare al direttore di Banca; oggi questo approccio non è più valido. Le decisioni discrezionali sono limitate e, soprattutto quando si tratta di progetti legati alla sostenibilità, che spesso comportano agevolazioni economiche, è fondamentale elaborare un business plan dettagliato prima di rivolgersi a qualsiasi istituto finanziario.


Concentrandosi sull’ambito ESG, banche e imprese devono estendere la loro valutazione oltre il semplice merito creditizio, tenendo conto nel business plan anche delle variabili riguardanti le abitudini e gli atteggiamenti di consumo dei clienti finali, sempre più sensibili alle tematiche ESG.
Questo compito è tutt’altro che facile; in particolare, per le imprese di piccole dimensioni che non hanno le risorse finanziarie per istituire un reparto dedicato allo studio delle tematiche ESG e dei loro modelli di sviluppo, la sfida diventa ancora più impegnativa.
Ecco perché diventa essenziale rivolgersi a consulenti aziendali specializzati in finanza d’impresa che abbiano acquisito competenze specifiche nell’ambito ESG.

Nuovo paradigna tra Banca e Impresa.

Il rapporto tra banca e impresa, ma quando si dice banca in realtà qui è inteso mondo finanziario in genere, Fintech, private equity, venture capital, equity crowdfunding ecc., oggi è radicalmente cambiato. 

Fino al 2017 il mondo finanziario, le banche in special modo, valutavano i loro crediti sulla base del principio contabile IAS 38, il quale prevedeva che un credito si svalutasse sulla base delle perdite sostenute “incurred losses” generalmente derivante dalla manifestazione di qualche evento negativo “trigger event”. 

Con la crisi finanziaria, questo modello ha presentato delle criticità, una fra tutte quella che aspettare di rilevare la perdita al verificarsi dell’evento negativo è ormai tardi, per cui è nata l’esigenza di prevenire tali perdite. l’EBA (European Banking Autority) l’autorità bancaria europea, è intervenuta, imponendo a tutti gli Istituti di credito di adottare il principio contabile IFRS 9, il quale introduce il concetto di perdita attesa “expected lesses” vale a dire che la perdita deve essere stimata prima della concessione del credito e poi va monitorata durante tutta la durata del credito, sulla base dei dati aziendali e altro. Questo metodo è definito dalle linee guida dell’EBA Guidelines on Loan Origination and Moniotoring-L.O.M.

Questo passaggio alle L.O.M., apre uno scenario, nel rapporto Banca-Impresa, di un  cambiamento epocale. Oggi l’impresa che intende accedere al credito, dovrà dimostrare la sostenibilità dell’investimento, dal punto di vista patrimoniale, economico e finanziario. Non solo, questa sostenibilità deve essere evidente nell’esercizio in cui si richiede la linea di credito e per gli esercizi successivi almeno un quinquennio. Per far ciò è molto importante che l’imprenditore dia un’informativa dettagliata della propria situazione, ad esempio non può non presentare, un’analisi di bilancio che non tenga conto delle 6 aree di interesse bancario.  

Al termine dell’analisi, al credito sarà assegnato un rating, per cui l’impresa sarà valutata in base agli STAGE.

Nello SATGE 1 sarà collocata l’impresa ritenuta migliore, per cui il suo PD “Proability of Default” cioè la probabilità che il credito non venga rimborsato, è valutato dalla data del rilascio ai successivi 12 mesi. Lo STAGE 2 invece, denota qualche criticità, per cui l’Istituto è obbligato a valutare la PD non più nei soli 12 mesi successivi ma per tutta la durata del credito concesso. Questo vuol dire che la Banca deve garantire l’eventuale perdita con gli accantonamenti a fondo, che sono accantonamenti onerosi e pertanto vengono ribaltati al cliente. 

In questo scenario è importante che l’imprenditore, abbia consapevolezza delle performance della sua azienda e che le sappia ben spiegare all’eventuale finanziatore esterno.

Ci sarebbe da presentare anche un altro cambiamento epocale che impatterà in futuro imminente sulle imprese, che sono i parametri E.S.G. “Environmental Social and Governance” Ambiente, Sociale e capacità di Gestione, ma sarà argomento di una prossima trattazione.   

Il Pensiero Strategico

Il pensiero strategico è ciò che rende possibile a una persona, ma anche a un gruppo o a un’azienda, di raggiungere il successo a lungo termine.

Le persone che vengono reputate di “successo”, coloro che hanno raggiunto uno o più obiettivi, sono persone che hanno imparato a sviluppare il “proprio pensiero strategico”. La bella notizia, è che la nostra capacità di padroneggiare il pensiero strategico non è necessariamente qualcosa d’innato.

Caratteristiche dei “pensatori strategici”.

Farsi tante domande (i pensatori strategici sono persone che, sono propense a porsi tanti quesiti), intuizione strategica (il pensiero strategico ci aiuta nel prevedere in anticipo possibili ostacoli), essere flessibili (il pensiero strategico ci aiuta nell’apportare eventuali modifiche al percorso prescelto), la capacità di creare connessioni, la capacità di comprendere il contesto informativo.

La maggior parte delle persone, quando si trova sul lavoro, usa quello che viene definito il “pensiero tattico”, in questo tipo di pensiero, la persona focalizza la propria attenzione sul prossimo passo o magari sui prossimi due, forse tre passi, ma non sull’obiettivo finale.

Nel “pensiero strategico” lo sguardo rimane fisso sul traguardo finale!!!

L’importanza di una consulenza finanziaria strategica per la crescita delle PMI

Nel mondo degli affari odierno, la complessità delle sfide competitive e finanziarie continua a crescere, soprattutto per le piccole e medie imprese (PMI) che aspirano ad espandere il loro raggio d’azione. In questo scenario, la consulenza finanziaria strategica non è più un lusso, ma una necessità. Il nostro team di esperti in finanza d’impresa e strategia aziendale lavora in sinergia per fornire soluzioni tailor-made, che si adattano perfettamente alle esigenze uniche del tuo business.

Attraverso una profonda analisi del tuo modello di business, del settore in cui operi e delle dinamiche finanziarie, siamo in grado di elaborare strategie finanziarie efficaci. Queste strategie non solo ti aiuteranno a navigare attraverso le acque turbolente dell’attuale economia, ma posizioneranno la tua azienda su una traiettoria di crescita sostenibile.

Il grafico di crescita rappresenta il potenziale impatto positivo che una consulenza finanziaria strategica può avere sul tuo fatturato. Ogni incremento nel grafico è il risultato di decisioni finanziarie sagge e ben informate, guidate dalla competenza e dall’esperienza del nostro team.

In Italia, dove il tessuto economico è fortemente caratterizzato da PMI, la nostra rete di consulenti è dedicata a fornire servizi strategici indispensabili per sbloccare il vero potenziale delle aziende. Con un’attenta pianificazione finanziaria, analisi del rischio e gestione ottimale delle risorse, aiutiamo le PMI a prosperare in un mercato competitivo.

Le tendenze attuali mostrano un crescente interesse verso l’innovazione e la digitalizzazione in diversi settori. La nostra expertise può guidarti attraverso queste evoluzioni, assicurando che la tua azienda non solo rimanga al passo con i tempi, ma diventi leader del settore. Unisciti a noi, esplora le diverse opzioni disponibili e scopri come la nostra consulenza finanziaria strategica possa essere la chiave per elevare il tuo business al livello successivo. La crescita sostenibile è a portata di mano; con il giusto supporto strategico, il cielo non è più il limite.

ESG e rendicontazione non finanziaria aziendale

IL BILANCIO D’ESERCIZIO
è il principale mezzo di comunicazione economico-finanziaria e costituisce uno dei fondamentali strumenti di informazione e di comunicazione verso gli stakeholder.
Tuttavia nel corso degli ultimi anni, la comunicazione economico-finanziaria non si è dimostrata sufficiente ad esaurire le necessità informative degli utilizzatori dei bilanci e i “terzi” hanno prestato attenzione e stanno prestando sempre più attenzione agli “aspetti non finanziari” e alla relativa informativa.

Alle imprese sarà pertanto richiesto, a seguito di una crescente attenzione, di dare informazioni non solo più sui dati economico-finanziari e patrimoniali, ma anche su aspetti non finanziari.
L’informativa legata agli aspetti “non finanziari” è oggi conosciuta con le tre lettere: E (environmental), S (social), G (governance) – “ESG”.
Gli aspetti “ESG” diventeranno per molte imprese condizioni di esistenza e sopravvivenza nel medio-lungo temine, e se un’impresa non sarà in grado di monitorare i rischi derivanti, da temi sociali, ambientali e di governance, potrà trovarsi nel prossimo futuro in difficoltà ad operare in quanto non riuscirà a soddisfare le esigenze dei diversi stakeholder che si relazionano con l’azienda stessa.

La tua azione sia governata da te, non dagli avvenimenti.

Oggi si parla molto della solitudine dell’imprenditore, ma pochi sanno come affiancarlo in questa solitudine, come fornirgli una metodologia affinché possa aumentare al sua consapevolezza nelle decisioni da prendere. Infatti l’imprenditore è colui che decide, non è colui che sceglie.

La differenza tre chi sceglie e chi decide è abissale. La scelta si fa quando uno conosce tutti i parametri della questione, decidere invece vuol dire tagliare (Lat. decidĕre, der. di caedĕre ‘tagliar via). Perciò studiamo la strategia per aumentare la consapevolezza. L’amministratore sceglie, l’imprenditore decide.